E'
legittimo, nella dinamica del marketing elettorale dei deluchiani,
sparare a palle incatenate sul piddino Luigi Nicolais che dichiara la
sua preferenza per Caldoro dopo esser stato fino a ieri sul tavolo
dei possibili antagonisti del Presidente uscente.
E'
altrettanto legittimo ricordare che Guido Trombetti, un tempo
addirittura vicino a Rifondazione Comunista, era stato nel 2001 un
nome possibile per la successione a Bassolino come sindaco di Napoli,
e nel 2010 anche lui indicato come possibile avversario di Caldoro di
cui è divenuto poi assessore e grande sostenitore.
E'
legittimo perfino liquidare il mondo dei professori universitari
sostenendone la scarsa influenza in termini di peso elettorale.
Poco
sensato, invece è crederci anche. E dimenticare che nella mappa dei
poteri reali che hanno governato Napoli fin dagli albori della
Repubblica c'è l' accademia napoletana. Che non è banalmente un
gruppo di impolverati soloni, i piripacchi che stavano tanto
antipatici a Rosetta Iervolino, ma una formidabile lobby di
pressione, peraltro quella meno conservatrice (ma neanche troppo
progressista) tra quelle locali.
Si
tratta piuttosto dell' evidente segnale che quel mondo non gradisce
(come non aveva gradito 5 anni fa) la candidatura di De Luca e che
avvisa (per tempo verrebbe da dire) che tra i due principali
competitor punterà su Caldoro.
Scrive
il deluchiano di ferro Umberto De Gregorio che De Luca ha contro i
poteri forti napoletani (giornali ed accademia in prima fila), ma che
è sostenuto dal popolo. Saranno le urne a smentirlo o a dargli
ragione.
Intanto è chiaro che Nicolais era stato tirato in ballo
per bloccare De Luca, non Caldoro, e che a farlo non erano certamente
stati accademia e giornali locali, ma mondi e poteri reali che già
nel 2010 hanno fatto pendere l' ago della bilancia da una parte; e
non era quella di De Luca, sostenuto evidentemente (oltre che dall'
indefinito popolo) da poteri con interessi non troppo compatibili con
quelli dei piripacchi partenopei.
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